Storia dello SPI brevi cenni a cura di Ada Paganelli - segreteria SPI CGIL Forlì Lo SPI è una organizzazione di persone e le personeche ne fanno parte appartengono alla sua storia, alla sua memoria e al suo futuro
Il Sindacato Pensionati Italiani è l’organizzazione sindacale dei Pensionati più grande del mondo e organizza i pensionati di tutte le categorie.
Lo SPI lotta per la tutela e i diritti dei pensionati e degli anziani attraverso l’elaborazione di piattaforme su temi di pensione, previdenza, assistenza e servizi sociali e sanitari contrattando sia col governo, sia con le regioni, le province, i comuni e altri enti.
La storia dello SPI è la storia delle speranze, delle aspettative e delle lotte di uomini e donne nel nostro paese.
E’ la storia delle rivendicazioni del dopoguerra per il miglioramento delle misere condizioni di vita dei pensionati e degli anziani.
E’ la storia delle lotte sociali per il miglioramento delle condizioni di vita di chi ha lavorato ed è diventato anziano.
E’ la storia dello Stato Sociale in Italia.
1944 - la storia del Sindacato dei pensionati inizia nel momento stesso in cui rinasce la CGIL unitaria dopo la caduta del fascismo; le camere del lavoro, che erano state chiuse durante il regime, vengono subito rioccupate e sarà Luciano Lama ad insediarsi nella camera del lavoro di Forlì. La CGIL unitaria riuniva le diverse anime del sindacato: la comunista, la socialista e la cattolica rappresentate rispettivamente da Di Vittorio, Grandi, e Pastore. I punti fondamentali della CGIL unitaria furono: la necessità di un sindacato unitario, l’autonomia dai partiti e la libera adesione. La parola d’ordine su cui rinasce la CGIL è: “un piatto di minestra calda per tutti”: per tutti quelli che avevano come primo diritto quello di poter soddisfare l’esigenza primaria di poter mangiare ( sia i vincitori che i vinti ). La parola “tutti” è il principio su cui si basa l’azione politica della CGIL e significa solidarietà, equità e diritti per tutti i cittadini italiani dalla Val d’Aosta alla Sicilia.
1946 - Si formano le sezioni dei pensionati delle Camere del Lavoro che organizzano le prime manifestazioni per la difesa delle pensioni dall’aumento del costo della vita: da queste iniziative nasce la Federazione Italiana Pensionati (FIP). Il 1946 è l’anno in cui l’Italia sceglie col referendum la forma repubblicana e per la prima volta le donne acquisiscono il diritto di voto.
1947 - Si svolge il 1° Congresso unitario della CGIL. Nella sua relazione il segretario generale Di Vittorio denuncia la drammatica situazione dei pensionati definendola “una vergogna nazionale”. In questo 1° congresso si discute sull’opportunità di costituire un Sindacato dei pensionati di tutte le categorie oppure se mantenere i pensionati iscritti nelle categorie di appartenenza; prevarrà la prima proposta cioè quella di costituire un Sindacato di tutti i pensionati. Nel 1946 durante la manifestazione del 1° maggio avviene l’eccidio di Portella della Ginestra.
1948 - Si svolge il 1° Congresso della Federazione dei Pensionati ( FIP) che prospetta 2 linee rivendicative: la rivalutazione delle pensioni e l’aggancio delle pensioni alle retribuzioni dei lavoratori. 1. La rivalutazione delle pensioni significa ricalcolarle sul valore d’acquisto dei contributi versati prima della guerra quando la lira non era ancora stata svalutata. 2. L’aggancio alla dinamica delle retribuzioni significa che ogni qualvolta vengono aumentati i salari devono essere migliorate anche le pensioni.
Molte delle richieste della FIP diventeranno le promesse elettorali della DC che vincerà le elezioni del 18 aprile, però la DC, una volta vinte le elezioni, accantonerà la proposta di riforma delle pensioni. Il 1948 è un anno di grande tensione per il nostro paese: l’attentato a Palmiro Togliatti e il conseguente sciopero indetto dalla CGIL, apre una divergenza profonda fra le componenti del sindacato che sfocerà nella scissione della CGIL unitaria e nascerà la CISL.Il 1° gennaio 1948 entra in vigore la nostra Costituzione.
1950 - Perdurano le condizioni drammatiche di povertà dei pensionati e la FIP organizza manifestazioni nazionali dove porta solidarietà e sostegno il segretario generale Di Vittorio. Nel suo intervento dirà che in uno stato veramente democratico e un “tantino cristiano” bisognava risolvere il problema del Diritto all’esistenza e alla dignità dei vecchi lavoratori. Questo intervento colpisce nel segno e in attesa della riforma il governo concede un aumento mensile di 3000 lire.
1951 - La FIP ottiene un’importante vittoria : la gratifica natalizia e l’acconto del 10% sui futuri aumenti.
1952 - Si ottiene il diritto alla reversibilità delle pensioni e un fondo per l’adeguamento delle pensioni.
1953-1962 - Sono anni duri per la FIP che risente delle polemiche politiche e della debolezza sindacale dovuta alla scissione della CISL nel 1948 e della UIL nel 1949. Rimane senza soluzione il problema dei vecchi senza pensione che, a causa della forte evasione contributiva del periodo prima della guerra e nel dopoguerra, non avevano maturato i requisiti per il trattamento previdenziale. Anche la politica italiana risente negativamente degli eventi legati alla cosiddetta “guerra fredda”. 1963 - E’ l’anno del “miracolo economico” che trasformò l’Italia da paese prevalentemente agricolo a paese industriale. Le elezioni del 1963 portarono alla formula politica del centro-sinistra. Anche il clima sindacale si trasforma e le contrattazioni sindacali saranno gestite con spirito unitario facendo proprio lo slogan della CGIL “UNITI SI VINCE”.
1968 - Le lotte del movimento sindacale dei lavoratori e dei pensionati convergono su un punto di valore strategico: per congiungere lo sviluppo sociale e lo sviluppo economico occorre una politica di riforme : - la riforma delle pensioni - la riforma fiscale - la riforma sanitaria Questa politica delle riforme porterà ad un grande movimento di lotta che sfocerà l’anno successivo nella stagione storica definita “autunno caldo”. Il governo Moro, in tutta fretta, approva la legge di riforma pensionistica togliendo ogni possibilità di apportare modifiche, ma il fronte sindacale unitario CGIL CISL UIL rivendica modifiche alla riforma.
1969 - Di fronte al rifiuto del governo Moro ad accettare le modifiche alla riforma pensionistica, per la prima volta dopo la scissione di 20 anni prima, CGIL CISL e UIL proclamano lo sciopero generale unitario per la riforma pensionistica aprendo la strada all’approvazione della legge Brodoloni (153/69) che porterà a questi miglioramenti: - l’aumento dal 65% all’80% del rapporto pensione-salario - la pensione di anzianità dopo 35 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica - la pensione sociale per chi non aveva avuto versamenti contributivi di 12.000 lire mensili Parallelamente a questa fase di rafforzamento sindacale, avvennero nel paese le stragi di piazza Fontana a Milano e di piazza Della Loggia a Brescia che diedero inizio alla “Strategia della Tensione” che proseguì con la strage del treno Italicus nel 1974 e con l’esplosione alla stazione di Bologna il 1° agosto 1980.
1970-1976 - La forza dell’unione sindacale porterà all’approvazione della legge 300 “Lo Statuto dei Lavoratori”.
Gli anni 70 sono anni difficili: l’economia è in fase di recessione per l’aumento delle materie prime (petrolio) e la vita sociale è caratterizzata da disordini e attentati provocati da due organizzazioni terroristiche estremiste: Ordine Nuovo di estrema destra e le Brigate Rosse di estrema sinistra. Enrico Berlinguer propone l’alleanza fra cattolici, comunisti e socialisti per affrontare uniti la grave situazione politica del paese: alleanza che sarà chiamata “Compromesso Storico”.
1977 - Al congresso di Montecatini la FIP cambia la sua denominazione in Sindacato Pensionati Italiani (SPI), col ruolo di Sindacato Generale che rappresenti la generalità di interessi dei cittadini e che rafforzi la contrattazione sul territorio, ampliando quindi la capacità di rappresentanza della CGIL.
1978-1988 - In questi anni diventa sempre più evidente in Italia e nel mondo industrializzato, il problema dell’invecchiamento della popolazione. In Italia gli ultra-sessantenni, da 5 milioni e mezzo del 1950, passano a 9 milioni e mezzo del 1987 pari al 18% della popolazione e i pensionati sono oltre il 20% della popolazione. La “Questione Anziani” impegna lo SPI in una politica che rivendica l’adeguamento dello stato sociale nel campo della previdenza, dell’assistenza e della sanità. Le iniziative nazionali portano alla rivalutazione delle pensioni al minimo e alle pensioni sociali . Nel 1978 l’On. Aldo Moro viene rapito e ucciso dalle Brigate Rosse. Sandro Pertini diventa Presidente della Repubblica. Gli anni ’80 vedono per la prima volta alla guida del governo ministri non democristiani: Spadolini (1981-1982) e Craxi (1983-87).
1989 - Lo SPI-CGIL costituisce l’Associazione di volontariato AUSER che opera per migliorare la qualità della vita dei cittadini anziani. L’AUSER si impegna nel campo della solidarietà, della cultura, dell’ambiente e del turismo. Si costituisce il Coordinamento Donne Pensionate che ha una propria autonomia di analisi e di proposta.
1990 - E’ l’anno in cui viene redatta la “Carta dei Diritti” dei cittadini anziani, un documento in cui si chiede di superare il concetto di assistenzialismo con il concetto del diritto all’autonomia del cittadino anziano. Viene presentata una piattaforma per la riforma dello stato sociale che contiene i punti fondamentali della “Carta dei Diritti” e si indice una mobilitazioni che porterà a Roma quella che fu, per allora, la più grande manifestazione sindacale unitaria dei pensionati.
1991 - La piattaforma diventa legge (59/91) che prevede la rivalutazione delle pensioni per oltre 6 milioni di pensionati, inoltre si riconosce, per la prima volta, la possibilità di contrattare la condizione socio-sanitaria degli anziani da parte dei Sindacati dei pensionati. Lo SPI pone la “Lega” al centro della sua politica e nello Statuto ne definisce il ruolo, il suo potere contrattuale e la sua autonomia.
1992 - Al sindacato spettò il ruolo assai importante di tenuta sociale di fronte ad uno scenario che vide la scomparsa dalla vita politica dei grandi partiti italiani come la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista, lo PSDI, PRI e PLI travolti dagli scandali di “tangentopoli”; i consensi popolari si sposteranno su due nuovi soggetti politici: Lega Nord e Forza Italia. Lo stato di bancarotta dei conti pubblici provoca l’uscita della lira dal Sistema Monetario Europeo (SME). Il Segretario della CGIL Bruno Trentin, accetta la fine del meccanismo della “scala mobile” e presenta le dimissioni, poi respinte. La riforma delle pensioni diventa l’elemento centrale della battaglia politica per il risanamento economico del paese. Giuliano Amato vara una finanziaria pesantissima intervenendo sulle pensioni.
1993 - Col Governo Ciampi inizia il meccanismo della “concertazione”
1994 - Contro la finanziaria del Governo Berlusconi che prevedeva tagli alla previdenza e alla sanità fu indetto uno sciopero generale e una manifestazione che portò a Roma 1 milione e mezzo di persone. Il governo rinvierà la riforma delle pensioni.
1995 - Con l’accordo del Sindacato, il governo Dini vara la riforma delle pensioni che prevede fra l’altro: l’unificazione pubblico-privato, il passaggio graduale al metodo contributivo e l’avvio della previdenza integrativa.
1996 - Con la vittoria elettorale dell’Ulivo e con l’avvento di Prodi al Governo prosegue il risanamento economico del Paese. Il Governo Prodi riuscirà nel difficile compito di entrare in Europa: la lira rientra nello SME.
1998 - L’opera positiva di risanamento economico del Paese porta l’Italia ad essere nel gruppo di testa dei paesi che danno vita alla “moneta unica”. Viene restituita la tassa per l’Europa. Lo SPI compie 50 anni con lo slogan “il futuro comincia a 50 anni!”
2000 - Finalmente va in porto una battaglia storica dello SPI: nell’ottobre 2000 il parlamento approva la legge quadro per la riforma dell’assistenza (legge 328/2000) che prevede il rinnovamento del sistema dei servizi sociali e maggiori poteri su questa materia a: Comuni, Province e Regioni. Il ragionamento che sta alla base della riforma è il superamento della logica caritatevole di puro risarcimento economico, con una rete di interventi di supporto alle persone e alle famiglie. Per la prima volta la legge finanziaria restituisce a pensionati e lavoratori il “bonus Fiscale” diminuendo le tasse.
2001 - Le elezioni sono vinte dalla coalizione di centro-destra che interromperà la politica di concertazione e gli incontri con le parti sociali per i 5 anni della legislatura.
2002 – I sindacati continuano le mobilitazioni territoriali, regionali e nazionali con imponenti manifestazioni fino a raggiungere 3 milioni di persone il 23 marzo a Roma.
2006 – le elezioni di aprile proclamano la vittoria alla coalizione di centro-sinistra. Il governo Prodi riprende il colloquio con le parti sociali e i sindacati dei pensionati unitariamente SPI-FNP-UILP presentano la piattaforma che mette al centro il ricupero del potere di acquisto delle pensioni, il sostegno agli incapienti e la richiesta di approvazione della legge sulla non autosufficienza.
2007 – I sindacati dei pensionati siglano dopo 20 anni l’accordo del 23 luglio che rivaluta le pensioni più basse e quelle assistenziali, ridistribuisce ai pensionati una quota di risorse economiche pubbliche: 926 milioni di euro nel 2007 1.233 milioni di euro nel 2008 1.266 milioni di euro nel 2009 gli aumenti alle pensioni fino a 700 euro mensili vengono erogati ai pensionati con età superiore a 64 anni e corrisposti in misura differente a secondo dei contributi versati. Il principio per il diritto agli aumenti stabilisce che la somma aggiuntiva alla pensione: - è più alta per chi ha lavorato di più - è indipendente dal reddito del coniuge o familiari - è al netto dalle imposte (non soggetta a tassazione) L’aumento è corrisposto in forma una tantum che nel 2007 è erogato nel mese di ottobre. Dal 2008 sarà corrisposto come 14esima nel mese di luglio
La storia continua… e noi ne facciamo parte
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